MISSIONE CAMILLIANA 
Domenica 11 – Domenica 18 Marzo 2018
«La gioia di prendersi cura»

In cammino verso una comunità che si guarda attorno… missione compiuta!

Si sente parlare continuamente di tempi difficili per la chiesa, i cristiani sono in calo, il senso religioso lascia sempre più spazio alla mondanità, la fede sembra essere cosa per pochi eletti o per addetti ai lavori ed è in corso una sorta di disumanizzazione, vengono meno le relazioni, l’accoglienza reciproca e regna l’individualismo. In tutto ciò sul territorio lucchese esistono ancora diverse realtà come piccoli paesi della Garfagnana o della campagna dove reggono ancora vari modi di aggregazione, dove ancora ci si conosce e ci si saluta, dove è rimasta un’identità di paese; situazioni favorevoli alla mutua assistenza, all’aiuto reciproco. Ben diverso è l’ambiente cittadino. Lucca è una città piccola e la maggiore densità di abitanti si concentra nella periferia. Il quartiere di Sant’Anna è il più grande della periferia e conta circa 11 mila abitanti in un territorio molto vario; dalle zone condominiali alle vie del liberty, dalle case popolari alle tipiche corti dei secoli scorsi. A differenza dei piccoli centri abitati, nel quartiere di Sant’Anna non esiste un collage sociale e c’è una grande tendenza all’anonimato e all’individualismo, alla diffidenza; il terreno per una evangelizzazione si presenta più arido e sassoso.

Con queste premesse, anziché chiuderci nelle nostre strutture parrocchiali abbiamo accolto l’invito di suor Assunta Di Salvo, delle Ministre degli infermi di San Camillo, a celebrare la Missione parrocchiale Camilliana da domenica 11 a domenica 18 marzo 2018 , in occasione del 150° anniversario dalla nascita al Cielo della Beata Maria Domenica Brun Barbantini, la nostra concittadina che ha fondato la Congregazione delle suore Ministre degli Infermi di San Camillo. Questa missione è stata indirizzata soprattutto alle persone che soffrono nel corpo e nell’animo, agli anziani specie quelli soli. Nelle scorse mattine alcuni padri camilliani accompagnati dalle suore Ministre degli Infermi, dai ministri straordinari della comunione e da diversi laici, hanno visitato più di cento anziani o ammalati impossibilitati a muoversi. Nei pomeriggi invece sono state celebrate le sante messe nelle case; occasioni di grazia in cui la comunità sta imparando a farsi vicina a queste persone. Da lunedì a venerdì sono state distribuite nelle varie abitazioni circa venti celebrazioni pomeridiane. I giovani sono stati coinvolti nell’animazione con la chitarra, il canto, le letture e hanno aiutato a pregare i nostri anziani; è stata un’esperienza davvero unica.

Non solo, ma hanno portato freschezza, sorrisi, speranza, trovando giovamento anzitutto essi stessi. Tutto questo è un ottimo esercizio perché la fede diventi vita concreta e non un freddo esercizio intellettuale o uno spiritualismo sterile privo di carità.

Del resto, padre Rosario Messina che è stato presente molto attivamente e che nel 1976 ha dato inizio alla pratica delle missioni camilliane, ci ha ricordato più volte che il vero risultato che deve scaturire da una vita illuminata dalla preghiera e dalla parola di Dio e nutrita dai sacramenti è la carità, quella dei grandi gesti ma anche dei piccoli.
Come è tipico durante i giorni della missione, nella scorsa settimana in chiesa sono stati incrementati momenti di preghiera, le lodi mattutine dopo la messa delle 8,30 con l’esposizione del Santissimo Sacramento, il s. rosario la sera prima della messa delle 18,30 e infine anche dalle 13,00 alle 13,20 un breve momento di nutrimento spirituale. Possiamo dire che nella nostra parrocchia di Sant’Anna è arrivata davvero una ventata di aria nuova che ha entusiasmato molti di noi circa la bellezza dello spendersi per gli altri, il portare consolazione a chi soffre, dare speranza, la stessa bellezza che siamo chiamati a vivere attraverso il vangelo, sulle orme del Signore.

Oltre agli incontri con fidanzati e giovani coppie, con i ragazzi del catechismo e i genitori, la via crucis con i bambini per le vie del quartiere con padre Alfredo Tortorella, la santa messa con il momento comunitario dell’Unzione degli Infermi, è stata particolarmente toccante la veglia con i giovani alla quale hanno partecipato un centinaio di ragazzi dal dopo-cresima in poi. Questo bel momento serale è stato guidato da padre Marco Boriani, dalle Suore Barbantini, da due Figlie di San Camillo e dal religioso Camilliano Fratel Carlo Mangione; la preghiera davanti a Gesù Eucaristia, i vari gesti, la testimonianza di suor Caterina Belluomini hanno reso il tutto molto toccante. La serata si è poi conclusa con la benedizione della nuova cappellina dell’oratorio alla presenza di tutti i giovani dove è stato riposto il Santissimo Sacramento per la prima volta.
Altra iniziativa molto bella è stata la visita dei padri e camilliani delle suore presso le case popolari del territorio della parrocchia, ove si trovano diverse situazioni di disagio di ogni genere. Momenti brevi ma molto intensi che ci ricordano che la missione fa parte dell’identità stessa della chiesa. Una comunità cristiana che si accontenta di mostrarsi tale solo entro le mura di una chiesa parrocchiale o di un oratorio finisce per diventare settaria e non adempie alla vocazione battesimale. La missione si è conclusa con la messa delle 12,00 di domenica 18 marzo. Diversi laici che hanno partecipato alle visite, vari giovani e altri che si sono resi disponibili hanno ricevuto al termine della celebrazione il mandato per iniziare a dedicare un po’ del proprio tempo per portare consolazione in tutte quelle situazioni che abbiamo citato sopra. Il fine della missione è stato quello di sensibilizzare la Comunità stessa al problema dei suoi infermi dietro l’invito di Gesù: “Ero infermo e sei venuto a visitarmi” e costituire un gruppo che si prenda cura dei fratelli ammalati, anziani, soli … della Comunità per sollevarli conferendo loro il Ministero della Consolazione agli operatori della Pastorale della Missione. Ci auguriamo che questo giovi a tutta la comunità e porti molto frutto, a chi dà e a chi riceve, e che il Signore ci renda suoi indegni strumenti perché il Suo Volto possa attraverso di noi incrociare lo sguardo di ogni uomo che ha fame e sete d’Amore. Ringraziamo i nostri collaboratori parrocchiali, i religiosi Camilliani e le Suore Ministre degli Infermi di San Camillo, in particolare suor Assunta che ha curato l’organizzazione dell’intera missione con grande dedizione e premura.

Don Paolo Dalle Mura, don Fiorenzo, don Giovanni.

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