Giuseppa Controsceri (Suor Ubalda)

14/01/1916 – 13/04/2009

                                                         “Che cos’è il perdere tutto quando troviamo Dio?                                            

              Io l’ho trovato” (beata Maria Domenica).

MISSIONARIA

Di origine siciliana Giuseppa nasce a Cassano Inferiore (provincia di Messina) il 14 gennaio 1916 e viene battezzata nel Santuario del Carmine il 23 gennaio. All’età di 21 anni Giuseppa riceve il sacramento della cresima. In questa fase inizia a interrogarsi sul suo futuro. La giovane avverte il desiderio sempre più forte di dedicare totalmente a Dio la propria vita e in un primo momento pensa di realizzarlo in un monastero di clausura. Per il discernimento interiore della propria vocazione cerca una guida spirituale e la trova nel P. Achille Cattel, camilliano, che le fa conoscere la nostra congregazione. Giuseppa entra nella nostra famiglia religiosa il 12 ottobre 1939, all’età di 23 anni; i genitori sono contrari a questa sua scelta, ma non la trattengono. La giovane viene ammessa al Noviziato il 25 maggio del 1940 e nel rito della vestizione riceve il nome di Sr. Ubalda.

Dopo la prima professione Sr. Ubalda inizia l’attività apostolica nella Casa delle Bimbe “S. Maria Goretti”, a S. Anna di S. Mauro-Torino, dove si dedica alle bambine figlie di ragazze madri e malate, o di famiglie disagiate. La sua presenza nella vita di queste giovani donne viene a illuminare l’oscurità della loro esistenza; lei le promuove, le incoraggia, le accoglie come sono, con le loro fragilità e le loro risorse positive. Una delle caratteristiche di Sr. Ubalda è la sensibilità, che unita alla forza misteriosa del carisma, l’ha resa capace di comprendere le vicissitudini, le situazioni e le reazioni delle ragazze a lei affidate. Le avvicina con il sorriso, con l’amore di cui hanno tanto bisogno, ascolta con interesse la loro storia, di fronte agli imprevisti mantiene la calma, le educa e le rassicura. Ha una pedagogia capace di spegnere le ribellioni, di riportare la serenità nei cuori, di suscitare il desiderio di riconciliazione con il passato, e la voglia di ricominciare.

Tra i vari racconti di quel periodo emerge un fatto singolare. Si narra che Gianfranco, un bambino di due mesi circa, avendo bevuto il liquido amniotico alla nascita, diventa itterico, non si alimenta quasi più, e i medici stessi non danno alla mamma alcuna speranza di guarigione. Sr. Ubalda aiuta la donna a curare suo figlio, provvede le medicine difficili da trovare in quel periodo, pratica la terapia iniettiva al bambino, porta l’acqua di riso e gli alimenti; lentamente le condizioni del bambino migliorano e guarisce. Quel bambino è poi diventato un Padre salesiano, che oggi si occupa del recupero di ragazzi drogati. Alla prima Messa di P. Gianfranco la mamma è già in Cielo, c’è Sr. Ubalda, la Madre spirituale che nel silenzio e nella preghiera ha sostenuto la vocazione del novello Sacerdote.

Il cuore di Suor Ubalda è infuocato dall’amore di Cristo, e da questo legame (si legge nel diario personale) “emerge la forza per camminare con Lui, per Lui, in Lui”.  

Nel 1951, a 35 anni di età, Sr. Ubalda viene inviata in Brasile e ci rimane per circa vent’anni. I tempi sono difficili, le sue condizioni fisiche precarie, ma lei sempre in prima fila dà tutta se stessa fino in fondo, con un coraggio ammirevole, sorretto da una fede invincibile, perché lei è convinta che “Dio vuole la sua felicità” e ciò che conta “è rispondere ‘sì’ ogni giorno con generosità alla chiamata di Gesù”.  Torna in Italia nel 1971.

Anche in età avanzata lei mette tutto l’impegno nel fare bene le cose ordinarie, considera il tempo “un tesoro prezioso che Dio mette nelle sue mani, una opportunità per fare sempre ciò che piace a Lui”.  Dentro di sé avverte l’esigenza di vivere in comunione intima con Cristo-Sposo, di rimanere in Lui, nel suo Amore. “Fa’ che io senta la tua vita vibrare nel mio cuore, scrive, rendimi attenta alle tue ispirazioni, che io mi lasci attrarre sempre da te e nulla più”. Senza timore di esagerare oggi possiamo dire che Sr. Ubalda, a somiglianza delle vergini prudenti del Vangelo, ha tenuto accesa la lampada della fede, della speranza e della carità fino agli ultimi istanti della sua esistenza.

Dall’anno duemila in poi Sr. Ubalda ha iniziato ad avere seri problemi di salute, ha subito interventi chirurgici e nonostante le varie infermità, costretta a letto da diversi anni, ha amato la vita e diffuso la serenità. Dalla sua bocca non è mai uscito un lamento, né ha mai manifestato segni di insofferenza. Salutava per prima chi si avvicinava al suo letto, riconosceva tutti e si interessava di ciascuno, si rivolgeva sempre in modo gentile verso le sorelle e il personale che si prendeva cura di lei. Quella sua prontezza di spirito in un corpo esile e raggomitolato suscitava meraviglia e la curiosità di scoprire il segreto di quella beatitudine in mezzo alla prova.

Nei suoi pensieri si legge: “La gioia è il nostro modo concreto per dire a tutti che Cristo è venuto ed è veramente Risorto, e noi l’abbiamo incontrato… Non voglio restare ai piedi della croce, ma sulla croce crocifissa con Cristo per la gloria del Padre, per la Chiesa, la Congregazione, i fratelli… vorrei dire con S. Paolo: ‘per me vivere è Cristo’ (Fil 1,21)”.

Il 13 aprile 2009 all’età di 93 anni, Suor Ubalda, circondata dalla presenza amorevole delle sorelle e confortata dai Sacramenti, ha compiuto il suo pellegrinaggio terreno.